
Quando tutto ebbe inizio
Era il 2017, l’anno in cui decidemmo di dare una svolta alla nostra vita. Mio marito e io cambiavamo lavoro, potendo lavorare da casa e lasciammo la Baviera per trasferirci nella Svizzera tedesca.
Axel finora aveva frequentato il nido e poi casa dei bambini Montessori in Germania: noi lavoravamo tutto il giorno e non avevamo altra scelta.
Con la decisione di lavorare da casa però l’opportunità di pensare ad una soluzione alternativa si faceva avanti. Quando poi Axel comprese che mamma e papà non sarebbero andati in ufficio tutti i giorni come prima, si oppose decisamente all’idea di andare all’asilo: “anche io voglio lavorare da casa!”.
Per di più nel cantone dei Grigioni dove abitavamo la scuola materna inizia a 5 anni e solo a 7 anni diventa obbligatoria l’entrata in prima elementare. Secondo Axel, lui l’asilo l’aveva già fatto e non aveva nessuna voglia di tornarci, anche considerato che, mentre lui parlava tedesco, l’Hochdeutsch, gli altri bambini e gli insegnanti parlavano il dialetto svizzero, che all’epoca né io né mio figlio riuscivamo a comprendere.
L’occasione di provare l’homeschooling si presentava a noi su un piatto d’argento!
Avevamo davanti a noi due anni (prima dell’entrata nell’obbligo scolastico nel cantone) per poter testare l’istruzione parentale e vedere se faceva per noi.
Avevo, infatti, una grande fiducia che Axel avrebbe imparato con facilità, seguendo il proprio maestro interiore e la propria curiosità. Avevo, invece, molta meno fiducia nelle mie capacità di pormi come “insegnante” di mio figlio e di imbarcarmi in questo viaggio sconosciuto e avventuroso.
Se avesse funzionato, avremmo potuto mantenere la libertà che il lavoro a casa ci permette, viaggiare e vivere secondo i ritmi delle stagioni e della nostra famiglia, invece che quelli dettati dalla scuola. Ci saremmo poi trasferiti in Italia, dove l’istruzione parentale è legale.
Ebbi l’idea di iniziare a 5 anni con il programma di prima elementare, essenzialmente imparare a leggere, scrivere e fare i primi calcoli in modo da poter fare una prima prova e vedere se questa vita facesse per noi. In questo modo se proprio avessi dovuto scoprire che non eravamo all’altezza del compito che ci eravamo posti, avremmo potuto semplicemente integrare la scuola in Italia entrando in prima elementare l’anno dopo.
Ci siamo concessi un anno di prova, insomma!
La domanda principale che ci ponevamo rimaneva quella che viene posta a tutti gli homeschooler: e la socializzazione??
Come poteva Axel socializzare in un piccolo paese dove non conosciamo nessuno, se non va all’asilo?
Visto che vivevamo in una stazione sciistica e che Axel ha la passione per lo sci e ha imparato a sciare a 2 anni e mezzo, lo iscrivemmo alla scuola di sci del paese. Praticamente invece di andare all’asilo, andava a sciare 3-4 mattine alla settimana.
Scoprii poi che c’era un corso di sport per i bambini del paese due ore alla settimana, in cui oltre a fare ginnastica, avevano l’occasione di provare vari tipi di sport. Lo iscrivemmo anche lì e, anche se all’inizio faceva fatica a comprendere la lingua delle maestre e dei compagni, si è adattato in poco tempo e si divertiva con gli altri.
Ora non mi restava che imparare ad insegnare e mettermi al lavoro.
Parlo di me perché il primo anno decidemmo che io mi sarei dedicata quasi esclusivamente all’istruzione famigliare visto che avevamo deciso di fare scuola in italiano, lasciando a mio marito che è tedesco, un ruolo minore.
Il fatto che Axel avesse 5 anni mi permetteva ancora di utilizzare il materiale Montessori ideato per insegnare a leggere e a scrivere ai bambini della Casa dei Bambini. E fin qui, no problem: ho continuato con le attività Montessori che avevo descritto nel mio libro per insegnare ad Axel a leggere, a scrivere e a contare.
Il problema più grande, invece, era descolarizzare… mamma e papà.
Entrambi cresciuti in un sistema scolastico classico, avevamo bisogno di riuscire ad uscire dallo schema insegnante-alunno e dall’uso esclusivo di libri di testo per entrare in un mondo dove si impara facendo, dove non ci sono ore di studio e voti.
Abbiamo modificato il nostro modo di vedere la scuola, puntando sulla fiducia nel bambino, come Montessori ci aveva insegnato in questi anni in cui eravamo diventati genitori.
Altri libri ci hanno aiutato a credere nel nostro cammino e a comprendere come impara il bambino e come funziona la nostra mente. Eccone alcuni QUI.
La nostra avventura era iniziata… e ora ve la raccontiamo.
Comments
Forse il link dei libri deve sistemato, quindi Ti chiedo i libri che consigli!
eccolo https://lascuolaacasa.com/i-libri-che-ci-hanno-insegnato-a-insegnare/