
Motivazione e libera scelta
Nel nostro percorso di homeschooling, alla ricerca dei metodi migliori per l’apprendimento e per la nostra famiglia, ci siamo imbattuti in una difficoltà maggiore: motivare nostro figlio a “fare scuola”.
Il problema non era incuriosirlo o attaccargli il fuoco sacro del sapere: Axel è un bambino curioso a cui piace sapere come funzionano le cose e comprendere il perché. Il punto era piuttosto invogliarlo a lavorare su tutti quegli argomenti che rientravano nel programma scolastico dell’anno, ma che al momento non erano di suo interesse, o ancora, andare più in profondità su quello che già conosceva in maniera superficiale.
Devo ammettere che per molto tempo questo è stato uno scoglio da affrontare tutti i giorni della nostra scuola a casa: come iniziare a lavorare. Una volta, infatti, che si era tolto dalla testa il suo umore “io non voglio fare i compiti”, la strada era in discesa: entravamo nel looping dell’apprendimento sereni e in poco tempo avevamo appreso insieme il tema o i temi del giorno.
Mi ci sono voluti due anni di homeschooling per trovare la soluzione adatta a noi.
Quest’anno, in terza elementare, dopo aver provato vari approcci, più o meno riusciti, ma mai durevoli, sono riuscita a trovare il metodo di lavoro che funziona per noi. Ho riflettuto sul fatto che quando Axel era libero di scegliere la propria occupazione tutto procedeva nel migliore dei modi, quando invece ero io a fornirgli esercizi dall’alto o ad imporre la lezione del giorno, iniziava con il piede sbagliato.
D’altronde non potevo lasciare a lui una libertà assoluta, come l’aveva avuta prima dell’età scolastica nella Casa dei Bambini Montessori visto che poi alla fine dell’anno l’apprendimento viene sottoposto all’esame di idoneità.
Ho pensato di creare un modo per dargli una libertà di scelta sia sulla materia e il soggetto da studiare ogni giorno, che negli esercizi da fare, ma all’interno di una proposta limitata. Ecco che un giorno mi è venuta un’illuminazione e ho inventato un “sistema a punti” e fornito ad Axel un obiettivo settimanale di punti da ottenere.
Ecco come funziona:
- utilizzo una pagina con 4 facciate dove scrivo per ogni materia lezioni ed esercizi diversi. Ad ogni task corrisponde un punteggio diverso, da 1 a 4
- ogni settimana devono essere raggiunti 42 punti totali di lavoro
Come stabilisco task e i punteggi:
Impostare il foglio è la parte più lunga del lavoro, ma per questo mi viene in aiuto MyEdu, la piattaforma che usiamo per studiare.
Come avevo già spiegato infatti quando parlavamo del programma scolastico annuale (in questo post), su MyEdu trovo il programma dell’anno secondo le indicazioni ministeriali dettagliato per ogni materia e collegato ad ogni lezione che ritrovo poi sulla piattaforma (come nella foto sotto). Tenendo quindi il programma a portata di mano, è facile non perdersi e capire come procedere nell’anno e fare anche un percorso trasversale tra le varie discipline, legato anche agli interessi attuali del bambino o alla stagionalità in cui ci troviamo.
Divido i task (per non chiamarli compiti, che è una parola che provoca allergia in casa nostra) per materia per facilità di Axel nel ritrovare i quaderni, i libri e le lezioni MyEdu sul tablet dando ad ogni materia un colore diverso, giusto per rendere il foglio attraente dal punto di vista visivo.
Assegno ad ogni task un punteggio basato su vari fattori: il tempo necessario a completarlo, la difficoltà (ogni nuovo argomento, ad esempio, ha un punteggio di 4), l’interesse o la mancanza di interesse di mio figlio: ad esempio Axel è bravo in matematica, sia nei calcoli che in geometria e non gli costa molta fatica, mentre in italiano, il dover scrivere a mano è fonte di mal di pancia improvvisi. Gli assegno, quindi, punti più alti per gli esercizi che gli risultano più ostici o che richiederanno più forza di volontà, rendendoli più appetibili.
Nel foglio ci sono task che vanno oltre ai 42 punti richiesti settimanalmente, copre circa il lavoro di una settimana e mezza. Questo per due ragioni: la prima è che spesso, durante la settimana aggiungo altri punti che nascono spontanei quando svolgiamo insieme i task presenti o nascono da un improvviso interesse su un argomento, perché magari Axel ha visto qualcosa in tv o letto su un libro e non è proficuo spostare questo interesse in vanti nel tempo: approfittiamo della lampadina accesa per imparare meglio e con più facilità (anche se non sono argomenti presenti nel programma annuale scolastico).
Questa è anche la ragione per cui il foglio di cui vi sto parlando è scritto a mano e non al pc (oltre che dare un esempio a mio figlio, allergico alla scrittura); la seconda ragione è che in questo modo la scelta è più ampia, soprattutto verso la fine della settimana dove si troverebbe altrimenti con solo i task non svolti (solitamente i meno apprezzati) creando dei giorni difficili da superare.
Ma a cosa servono i punti?
Dopo tutto questo discorso ti starai chiedendo per quale strana raccolta servano tutti questi punti accumulati.
L’idea dei punti mi è venuta ragionando sul fatto che Axel vede che in casa mamma e papà lavorano quando vogliono (secondo lui eh!) e non quando sono costretti. Sia io che mio marito infatti lavoriamo al pc e l’orario di lavoro varia ogni giorno. Spesso poi non lavorando con l’Europa, i nostri impegni si spostano più al pomeriggio che alla mattina, dando l’impressione ad Axel che prima facciamo “ciò che ci piace” (nel mio caso ad esempio pulire, fare il bucato, cucinare, studiare con lui!) e poi “ciò che dobbiamo fare”.
Con questo esempio quindi mio figlio vorrebbe passare la mattina a giocare, poi a guardare la tv, infine a giocare con il tablet e poi, se proprio gli avanza tempo prima di cena, a imparare qualcosa per la scuola.
Visto che nel suo modo di vedere la realtà mamma e papà lavorano per guadagnare ciò che ci serve per vivere e lui invece studia per nulla, ecco che i punti sono venuti in aiuto: i punti servono ad accumulare il “diritto” a vedere la tv e giocare con il tablet (un’ora di entrambi massimo al giorno). Quindi: una volta finito il proprio dovere, una media di 6 punti al giorno se contiamo di lavorare anche nel weekend, ecco che Axel è “libero” di accedere a ciò che al momento lo attrae di più.
Fin qui tutto ok, se non fosse che poi sabato e domenica vorrebbe non studiare come i suoi amici che vanno a scuola. Quindi ricalcoliamo il tutto e sta ad Axel gestire i propri punti in modo da “accumulare” punti in più e arrivare a venerdì con 42 punti svolti e un weekend rilassante davanti a sé.
Faccio una parentesi su quello che è il gioco a casa nostra: Axel passa molte ore a giocare da solo. Si alza presto la mattina e la prima cosa che fa è mettersi a giocare creativamente o a leggere i propri fumetti. Noi rispettiamo questi momenti che crediamo fondamentali per la sua crescita. E’ giocando che impara e nel gioco non è limitato, né nel tempo né nello spazio.
Una delle grandi difficoltà era proprio convincerlo ad arrestare il gioco (il lavoro in cui è immerso con grande concentrazione) per passare allo studio. Questo fatto era poi totalmente controproducente: perché interrompere un momento di concentrazione e creatività in cui il suo cervello sta elaborando per passare a qualcosa in cui vorremmo obbligarlo a concentrarsi? Con il nuovo metodo è Axel a gestire il proprio tempo, rispettando il ciclo di lavoro di cui ci parla Montessori: esaurito il suo compito, spontaneamente si mette al lavoro sulla lista dei task, cercando uno dei due genitori se ne ha bisogno, per guadagnare quei punti giornalieri che gli permetteranno poi più tardi di rilassarsi davanti alla tv o di giocare con il tablet (entrambe le tecnologie in casa nostra sono off-limits prima delle ore 17/18 a seconda della stagione).
Qualche esempio del nostro programma:
Ecco qui un esempio di un foglio programma.
Le lezioni nuove, quelle che valgono 4 punti per intenderci, vengono sempre affrontate su MyEdu.
Quando preparo il foglio, assegno alle lezioni della piattaforma il bookmark con il cuoricino, così Axel le trova facilmente nei preferiti del suo account e non si perde nella piattaforma, che è ricchissima di contenuti.
Guardiamo insieme il video della lezione, legge il testo ad alta voce, ne discutiamo insieme, magari scriviamo sul quaderno o sulla nostra lavagna magnetica le parole chiave e infine affronta le verifiche sempre sul tablet di MyEdu.
Anche inglese viene affrontato con MyEdu, ma riceve solo un punto per lezione. Questo perché l’inglese con MyEdu è come un gioco per Axel che è sempre invogliato a studiare sul suo tablet, ricevuto insieme all’abbonamento alla piattaforma.
Guarda la lezione d’inglese di MyEdu
Anche la lettura, sia in italiano che in tedesco, riceve un punto: Axel è diventato un buon lettore e non si fa ripetere due volte di leggere qualche pagina del libro scelto da lui nella sua piccola libreria.
Oltre ai task segnati nel foglio, Axel riceve due punti per ogni ora di sport organizzato: quest’anno è iscritto a tennis e gioca, lockdown vari permettendo, due volte alla settimana. Dopo lo sport è stanco morto e non c’è possibilità che riesca a concentrarsi su altro. L’attività motoria fa parte del programma scolastico e ricevendo dei punti, Axel la vive come “una cosa seria” e non un mero passatempo.
Ogni giorno Axel segna i task che ha affrontato e i punti che ha ricevuto sul suo diario (che ha voluto comprare lui, quando ha visto che io uso un’agenda per segnare i miei impegni). Questo gesto sembra concretizzare il lavoro svolto, renderlo reale e ne tiene una traccia che ci permette ogni venerdì di verificare quanti punti ha raggiunto o se gliene mancano o meno per raggiungere il traguardo settimanale.
Per concludere, il “sistema a punti” funziona bene per la nostra famiglia e sta insegnando a nostro figlio ad autogestire il proprio tempo fornendogli anche consapevolezza sui propri doveri.