Homeschooling multilingue

L’altro giorno eravamo seduti al tavolo di un bar e chiacchieravamo tranquillamente tra noi tre quando un signore incuriosito si è avvicinato e ci ha chiesto: “Ma quante lingue parlate?”. Questa è una scena che si ripete spesso nella nostra vita quotidiana, ovunque andiamo poiché io e Axel parliamo in italiano tra di noi, papà e Axel parlano in tedesco e io e mio marito ci parliamo in francese o in inglese. Insomma una bella Babilonia!

Il fattore multilingue si é posto nella nostra famiglia da quando Axel è venuto al mondo. Papà è tedesco, io sono italiana, all’epoca abitavamo nella Svizzera francese e lavoravamo in inglese. Avevamo deciso, dopo aver letto libri sull’argomento e aver riflettuto a come avremmo voluto crescere il nostro bambino, di parlare con lui ognuno nella propria lingua madre con il metodo OPOL (one person one language) e di limitare le interazioni tra me e papà, che non abbiamo una lingua comune, in francese, la lingua parlata dove vivevamo.

Clicca qui per leggere l’articolo tratto dal mio libro su come crescere un figlio nel multilinguismo

Axel è quindi cresciuto in questo trilinguismo che ha funzionato molto bene e quando iniziammo l’homeschooling (qui puoi leggere l’inizio del nostro percorso) Axel parlava perfettamente italiano e tedesco e padroneggiava bene anche il francese, avendolo assorbito ascoltando noi genitori prima e iniziando a parlarlo durante i periodi che trascorrevamo in Francia d’estate.

Una delle ragioni per scegliere l’istruzione famigliare è stata proprio la scelta di mantenere questo plurilinguismo, aggiungendo anche l’inglese come richiede la scuola italiana e decidendo di fare scuola in quattro lingue (per ora…), non limitando le lingue alla sola conoscenza orale, ma volendo insegnare ad Axel anche a leggerle, scriverle e padroneggiarne la grammatica, un progetto ambizioso, insomma.

Il primo anno di homeschooling, quando Axel aveva 5 anni, nonostante vivessimo nella Svizzera tedesca, decidemmo di svolgere il percorso solamente in italiano per quanto riguardava l’apprendimento della lettura e della scrittura: imparare il meccanismo della lettura, infatti, è un passo importante per ogni bambino e avevamo il timore che farlo in due lingue avrebbe creato confusione. Papà continuava ad allenare il tedesco con il bambino interagendo con lui, leggendogli libri e discutendo insieme di quello che imparavamo in italiano.

A sei anni, quando ci addentrammo più a fondo nell’istruzione famigliare, ormai sicuri della nostra scelta, Axel sapeva leggere e scrivere in italiano e con nostra grande sorpresa imparò molto velocemente a leggere anche il tedesco. Questa lingua, infatti, nonostante sembri così diversa dall’italiano, si basa sullo stesso sistema di lettura, dove ogni lettera viene pronunciata come si scrive, a parte alcune eccezioni. Visto che il metodo che avevo usato per insegnargli a leggere in italiano (puoi leggere qui come) aveva funzionato bene, papà decise di adottare lo stesso, trasformando in tedesco le carte della lettura Montessori blu, rosa e verdi.

Abbiamo iniziato allora a studiare in due lingue: tutto quello che io e Axel facevamo in italiano per quanto riguarda le altre materie non linguistiche come la storia, la geografia e la matematica, veniva poi ripreso in tedesco con papà, di solito in modo orale: papà chiedeva a Axel cosa rappresentasse il disegno che aveva fatto con la mamma durante la “lezione” di scienze e Axel, tutto orgoglioso di aver appreso qualcosa di nuovo, spiegava a papà la differenza tra i vertebrati e gli invertebrati usando i vocaboli specifici in italiano e attendendo che papà glieli dicesse in tedesco. Fondamentalmente, infatti, si tratta solamente di un problema legato ai vocaboli: ogni materia poteva essere svolta nella due lingue una volta che Axel padroneggiava il vocabolario specifico. Per fare ciò, ci sono venute in aiuto le carte delle nomenclature del metodo Montessori, che ho iniziato a realizzare in due lingue.

Anche i libri sono stati un grande aiuto nell’apprendere in due lingue: Axel è un grande lettore di fumetti, in particolare di Topolino e glieli abbiamo acquistati sia in italiano che in tedesco. All’inizio guardava solo le figure, leggendo solo qualche frase qua e là, ma poi man mano che le sue capacità di lettura sono migliorate, ha iniziato a leggere le storie, assorbendo tantissime parole in entrambe le lingue.

Dei temi più interessanti per lui, come i dinosauri o i vulcani, abbiamo acquistato libri in tedesco che papà gli leggeva (e che ora leggono insieme), completando l’apprendimento del programma scolastico italiano in questo modo.

Il francese continuava a essere la terza lingua del bambino, appresa ancora solo per assorbimento e attraverso le attività che svolgevamo insieme di Pandacraft. Si tratta di kit educativi con un tema specifico adatti ai bambini dai 3-7 anni o dai 8-12 anni che arrivano per posta una volta al mese. Viene fornito un libretto che tratta del tema del mese e un materiale da costruire per comprendere e approfondire il tema. Ad Axel sono piaciuti subito e mi sono abbonata. Gli leggevo il libretto, costruivamo e sperimentavamo, divertendoci e imparando in francese.

In seconda elementare il nostro homeschooling è diventato ufficiale, visto che ci eravamo trasferiti in Italia. La scuola di appartenenza, in Lombardia, ci ha richiesto l’inserimento dell’inglese come seconda lingua, non considerando né il tedesco, né il francese che Axel parlava già (probabilmente perché non avevano un insegnante per poterla testare, non facendo parte del programma della scuola).

L’autunno precedente avevamo fatto un lungo viaggio in California dove Axel ha sperimentato la frustrazione, nuova per lui, di non comprendere quello che la gente gli diceva e di non potersi esprimere. Durante il viaggio aveva imparato un paio di espressioni, il minimo per poter interagire con gli altri e spinto da questa esperienza, l’introduzione di questa quarta lingua non è stata difficile. Fino ad allora poi io e papà avevamo sempre usato l’inglese quando volevamo parlare tra di noi senza che Axel comprendesse e poter capire quello che si dicevano i genitori, gli ha fornito un’altra ragione per imparare l’inglese.

Il primo anno però avevamo deciso che l’apprendimento dell’inglese sarebbe stato quasi esclusivamente orale poiché Axel stava imparando ancora l’ortografia tedesca e molte parole nelle due lingue si pronunciano in modo uguale o similare, ma si scrivono in modo diverso e non volevamo che si confondesse. La scuola ha accettato suo malgrado questa condizione (“Però deve saper scrivere numeri e colori”).

Le nostre carte delle nomenclature in inglese

Inizialmente per imparare l’inglese avevo adottato il libro della scuola di appartenenza e iniziato ad insegnarlo ad Axel nella maniera classica della scuola italiana: leggi, ripeti, colora. Risultato: un disastro!

Questo metodo mal si adattava ad un bambino non abituato ai libri scolastici e che non vedeva un senso negli esercizi scritti del libro. Cambiammo presto metodologia, utilizzando di nuovo le nostre carte delle nomenclature, questa volta in inglese (che puoi scaricare gratis qui), per imparare le prime basi del programma scolastico italiano, come numeri e colori. Anche questo metodo, però, non era mi sembrava sufficiente: vedevo come Axel non progredisse velocemente in inglese come aveva fatto con le altre lingue. Nello stesso periodo, mi abbonai a MyEdu e gli proposi il corso d’inglese, scoprendo che per Axel era più un gioco che studio e che con quello non solo faceva dei grandi progressi, ma adottava un accento British.

Il corso di MyEdu è basato sulla metodologia tipica dei corsi di lingue anglosassoni, dove si apprende per assorbimento e ripetizione, inserendo il tema trattato in un contesto di vissuto e non in una mera lista di nozioni (come la lista dei colori…). C’è più attenzione alla lingua parlata, al sapersi esprimere in un contesto nella lingua straniera (come richiesto nella preparazione agli Esami di Cambridge secondi i livelli internazionali A1, A2, etc.). Per poter comprendere meglio come si svolge una lezione, inserisco qui sotto una videolezione con gli esercizi.

Clicca e guarda la lezione in inglese su MyEdu

Accanto al corso di MyEdu, iniziammo a giocare in inglese a UNO, a Indovina Chi al Bingo degli animali (che puoi scaricare gratis qui) e ho continuato a preparare e proporgli le carte delle nomenclature in inglese per fissare il vocabolario. Anche nei vari lapbook che facevamo insieme, inserivo le carte in inglese, imparando, ad esempio, i nomi degli oggetti e dei mestieri tipici del Medioevo in inglese. Risultato: in un anno Axel ha recuperato il programma di prima e seconda con un bel 10 in inglese all’esame per passare in terza elementare!

Durante la pausa estiva tra la seconda e la terza elementare mi ero riproposta di insegnare ad Axel a leggere in francese, ma ancora una volta mi sorprese: avevo preso un libretto per i bambini che iniziano ad approcciarsi alla lettura in Francia, non tenendo conto che però Axel conosce già le lettere nelle altre lingue. Come per l’inglese, il libro scolastico non riscosse un gran risultato e annoiato mi disse: “Io so già leggere!”. “Ah si? Allora fammi vedere!” gli risposi io, indispettita, e gli proposi uno dei manuali di Pandacraft della nostra collezione. Ecco, mi ha fregato perché effettivamente, senza che nessuno glielo avesse insegnato, sapeva leggere il francese! E come? Semplice: ha confermato la teoria che l’assorbimento è il miglior modo per apprendere: se conosce la parola nella lingua parlata, la sa anche leggere, intuendo cosa c’è scritto, proprio come avviene nell’italiano quando il bambino supera il primo ostacolo di saper leggere le sillabe e tutto d’un colpo il cervello legge le parole, riconoscendole (non per niente il bambino inciampa nella lettura sulle parole di cui non conosce il significato).

Saper leggere rende l’apprendimento molto più facile e abbiamo quindi deciso, di applicare anche per il francese quanto facevamo già per il tedesco: ogni soggetto che studiamo in italiano, lo riprendiamo poi in francese e in tedesco. Può sembrare un casino, certo, ma bisogna considerare che non lo facciamo in modo lineare e regolare, se no sarebbe una noia per Axel parlare sempre delle stesse cose! Ad esempio, avevamo studiato in prima elementare il susseguirsi delle stagioni e i nomi dei mesi e abbiamo ripreso il tema in francese un anno dopo realizzando un disegno con i nomi delle stagioni e dei mesi. A volte ci capita di fare il contrario come in questo caso: stiamo facendo un Pandacraft sui cetacei, lo usiamo in italiano per imparare le unità di misura confrontando le lunghezze dei diversi cetacei e riprenderemo la classificazione degli animali in terza elementare in italiano.

Pandacraft sui cetacei

La terza elementare ha rappresentato un cambiamento per il tedesco: è ora di approfondire la grammatica, un vero grattacapo in questa lingua! Per di più qualche decennio fa è stata fatta una riforma della lingua tedesca e mio marito ha scoperto che ora i termini che venivano usati quando lui andava a scuola non sono più in vigore e che alcune regole ortografiche e grammaticali sono diverse! Per fortuna nella piattaforma di MyEdu non c’è solo il corso di inglese, ma anche quello di tedesco (oltre a spagnolo e francese). Nonostante sia un corso strutturato in maniera diversa da quello dell’inglese e pensato per i ragazzi delle medie, è perfetto per un madrelingua che non ha bisogno di imparare le basi della lingua parlata, ma di strutturarne la morfologia e la grammatica.

Il corso è di immediata comprensione, papà e Axel guardano insieme le lezioni, Axel fa gli esercizi direttamente sul tablet fornitoci da MyEdu e imparare i casi della lingua tedesca è diventato un gioco da ragazzi. Useremo sicuramente lo stesso strumento per il francese l’anno prossimo, quando inizieremo a studiarne la grammatica!

In matematica abbiamo anche scoperto che la lingua può trarre in inganno: Axel non sapeva infatti risolvere i problemi matematici in tedesco, non avendo appreso ad interpretare le parole che gli permettevano di comprendere il problema, quali erano i dati necessari, quali superflui e quale fosse la richiesta del problema. Per allenare questa capacità ho trovato un libretto di esercizi su Amazon.de che è stato adottato da Axel con piacere (una volta tanto!). Si tratta di un libro della serie “” con esercizi semplici da completare, all’interno si trovano anche le soluzioni. Come stimolo, per ogni tema vi sono delle pagine con degli esercizi che danno diritto a degli adesivi da applicare in fondo al libro per completare l’immagine. Per ogni pagina poi c’è uno schema sempre in fondo al libro che chiede al bambino di autovalutare il proprio lavoro, un bello spunto di riflessione!

L’occasione che ci si è presentata a Natale di volare alle Canarie ha offerto ad Axel la possibilità di migliorare il proprio inglese in modo esponenziale. Non c’è niente di meglio per apprendere una lingua che l’immersione totale e a Tenerife si trova una grande popolazione di inglesi. Per poter giocare con i vicini Axel ha utilizzato tutto quello che aveva imparato e si è messo alla prova, diventando sempre più fluente e orgoglioso di riuscire a farsi capire e capire gli altri e assorbendo durante le ore passate con loro frasi e vocaboli in modo automatico. L’inglese non era più una materia da studiare, ma un mezzo per socializzare e poter giocare con gli altri! In un’isola così internazionale ha presto compreso che l’inglese è poi il ponte che unisce le varie nazionalità: non solo i bambini inglesi lo parlano, ma anche tutti gli altri bambini della sua età che incontrava che venivano da altri Paesi avevano studiato inglese e la magica frase “Do you want to play with me?” apriva la porta ad un nuovo amico.

Saper parlare più di una lingua è sicuramente una grande fortuna in sé, ma non solo: chi possiede più registri linguistici ha una facilità ad assorbire altre lingue.

Detto così può sembrare che crescere imparando tante lingue sia facile, ma devo dire che non sempre lo è. E’ un lavoro che abbiamo deciso di portare avanti e che richiede tanta perseveranza da parte di noi genitori, perché il bambino cerca sempre la strada più facile. Quante volte mio figlio mi dice: “Dì al papà che…” trovando l’italiano più semplice e non avendo voglia di esprimersi in tedesco. Io mi rifiuto di fare da traduttore e a volte finisce che Axel sia troppo svogliato per esprimersi in tedesco. Oppure si rifiuta di scrivere in tedesco e vuole farlo in italiano o vice versa. Altre volte mi accorgo che facciamo un passo in avanti e uno indietro: ci è voluto un sacco di tempo per insegnare a Axel i nomi dei giorni della settimana in tedesco, quest’anno li abbiamo studiati in inglese e ora non se li ricorda più in tedesco!

La motivazione è il motore principale dell’apprendimento e il fatto che per il lavoro viaggiamo molto mostra ad Axel la fortuna che ha nel sapersi esprimere nei vari Paesi dove ci troviamo e lo spinge a voler imparare le lingue.

Il multilinguismo continua ad essere una delle ragioni principali della nostra scelta di istruzione famigliare e vogliamo continuare su questa strada a lungo, aggiungendo magari anche un’altra lingua come, ad esempio, lo spagnolo.

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